domenica 27 marzo 2011

La stanza del sale


Oggi è stata una novità sia per me che per Lavinia, 15 mesi.
In effetti subito lei non se ne è nemmeno accorta: dormiva. Siamo entrate nella stanza del sale e ci siamo accomodate su una comoda chaise longue. Ho controllato che Lavinia dormisse ancora, ho coperto entrambe con una morbida copertina di lana e mi sono sdraiata, tra una chiacchiera con la nonna alla mia sinistra, accompagnate dal russare rilassato del nonno alla mia destra.
Mentre in TV passava “Microcosmos”, osservavo il succedersi delle luci colorate che facevano scintillare i granelli di sale sulla parete dietro di me e coccolavo la mia piccola addormentata con la bocca spalancata.
Quando dopo un bel sonnellino pacifico si è svegliata, mi ha guardata perplessa. Non capiva dove eravamo, ma si è tranquillizzata subito vedendo i nonni ed ha bevuto un po’ del biberon che avevo portato per lei.
Poi l’ho messa giù. Con i piedi coperti dai soli calzini sullo strato di sale candido che ricopre il pavimento. Mi ha guardata ed il mento ha cominciato a tremare. L’ho ripresa in braccio subito prima dell’attimo di disperazione. L’ho consolata un po’ ed ho tentato un approccio diverso: l’ho messa di nuovo giù, dal lato della nonna e le abbiamo nascosto i piedini col sale. Ha camminato un po’, poi si è seduta ed ha iniziato a raccogliere il sale e a farlo scorrere tra le dita. Aveva dipinta in faccia un’espressione di puro stupore ed ha iniziato a lanciare granelli di sale ovunque. Praticamente la versione “a secco” del bagnetto serale. Conclusasi, come nel caso bagnato, con l’assaggio. Del sale. Che è salato. E’  molto salato. Ma Lavinia, testarda com’è, ha desistito soltanto al terzo assaggio.
Finita la seduta, spento il video, ma non la musica, la piccola ha inscenato un balletto, dimenando i fianchi, sul tappeto dell’anticamera, mentre noi adulti ci ricomponevamo e finché non le abbiamo rimesso le scarpe.
Poi via in spalla al nonno mentre io e la nonna ammiravamo colori e annusavamo profumi. Boccette, vasi, flaconi, saponette di tutte le fogge e colori, disposti in bellavista sulle mensole trasparenti.
Un vero paradiso dei sensi. Vista, udito e tatto nella stanza del sale, olfatto ed ancora vista nel negozio antistante.
Un connubio di emozioni, con la sensazione di “aver respirato aria buona”, come una giornata in spiaggia a primavera, concentrata in un’oretta a 10 minuti da casa.
E già l’idea di ripetere l’esperienza, con il resto della famiglia, con le amiche e i loro piccoli. Un appuntamento con le amiche per chiacchierare e per far giocare i bimbi, in un ambiente per loro nuovo e stimolante, con la consapevolezza di aver fatto loro del bene, sia che si tratti di curare un raffreddore o una tossetta antipatica, sia in vista delle prossime allergie primaverili. Perché no?

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